Ieri: il Premio di Pascolo Gestito

Uno strumento di gestione ed educazione gestionale

Pastore in alpeggio con il gregge in una giornata di pioggia (2017) | G. Cristiani

La monticazione degli animali in alpeggio rappresenta una risorsa fondamentale per l'economia montana e per il mantenimento delle tradizioni storico culturali, e può diventare un importante strumento per la valorizzazione del territorio alpino. Il pascolo sorvegliato, che prevede la consapevole gestione del bestiame da parte del conduttore, ossia la scelta delle aree di volta in volta adatte al pascolamento e alla stabulazione notturna e il controllo del bestiame, sono azioni fondamentali per il mantenimento di un ambiente alpino utilizzabile nel tempo.
La gestione del pascolo, con la realizzazione di interventi a suo miglioramento permettono di conservare un ambiente, quale quello dei pascoli alto alpini, ricco di biodiversità (Direttiva Habitat, 1992). L'assenza di un metodo di conduzione che tenga conto dell'esigenza di conservazione di habitat e specie, ma anche delle esigenze di ottimizzazione del pascolo, porta ad un degrado ambientale (perdita di habitat), territoriale (instaurarsi di fenomeni erosivi), e di produttività potenziale (riduzione del valore pastorale).
Un'ottimizzazione della conduzione del pascolo comporta peraltro maggiori oneri di gestione, diventa quindi fondamentale l'impegno da parte di Enti ed istituzioni legate al territorio per facilitare il lavoro di chi lavora in questo ambiente.

L'esigenza di migliori strategie di monticazione è stata enfatizzata dal ritorno del lupo sul territorio alpino, che ha riportato alla luce le problematiche connesse all'attività di alpeggio, inducendo i pastori a esercitare un intenso controllo del bestiame e a utilizzare mezzi di prevenzione (recinzioni, cani da guardiania) per difendere gli animali domestici dalle possibilità di attacco del predatore.
La necessità di conservazione del lupo, specie protetta a livello nazionale e comunitario (Convenzione di Berna, Direttiva Habitat, Legge 157/ 92) e parte integrante dell'ecosistema alpino, è alla base di una politica comune definita dai rispettivi Ministeri volta all'instaurazione di un regime di coesistenza stabile tra predatore e attività economiche.
In attuazione di questa politica la Regione Piemonte aveva avviato un piano di azioni che prevede da un lato un serio controllo dei danni finalizzato al relativo indennizzo, dall'altro una serie di attività di mediazione e di promozione e assistenza per la messa in atto di sistemi preventivi.
In questo contesto si era inserita in passato l'istituzione da parte della Regione Piemonte del Premio di Pascolo Gestito a favore degli allevatori che conducono animali di specie ovina e caprina al pascolo in Comuni Montani della Regione. Il premio veniva erogato in seguito al rilevamento effettuato da operatori appositamente individuati (dietro domanda inoltrata al Centro Grandi Carnivori al fine di indagare da un lato la tipologia di allevamento e l'uso del pascolo, dall'altro i sistemi di protezione del bestiame adottati.

Il premio di pascolo gestito è sostituito dalle misure regionali contenute nella D.G.R. n. 32-7449 del 15 aprile 2014: "Piano regionale di intervento a sostegno dei costi per la difesa del bestiame dalle predazioni da canidi sui pascoli collinari e montani piemontesi".